Visto in DVD.
Ispirandosi all'omonima serie
quattro grandi registi decidono di rendergli omaggio in un film corale, una serie
di episodi presi dal grande telefilm degli anni '50; unica eccezione il primo episodio diretto da Landis che è un'idea originale solamente ispirata alla serie televisiva.
Il primo episodio “Time out” diretto da John Landis è il motivo per cui ho
visto solo ora l’intero film; anni fa mi fermai a questo spezzone e non riuscii
ad andare oltre. La storia di un uomo razzista che salta indietro nel tempo e
prende le vesti di un ebreo durante il nazismo, un nero cacciato dal KKK e un
vietcong durante la guerra è sinceramente poco fantasiosa, poco interessante e
tanto scontata. La regia di Landis si adatta alla nullità del progetto e ne
viene fuori un cortometraggio oltremodo noioso.
Il secondo episodio, “Il gioco
del bussolotto” diretto da Spielberg
parla di un ospizio in cui alcuni ospiti, nottetempo, divengono nuovamente
bambini e potranno scegliere in quale realtà rimanere. Un cortometraggio di per
se carino, diretto con il solito carisma e la solita empatia dal miglior
regista che abbia anche un cuore in tutta Hollywood. Nel progetto complessivo
però anche questo episodio stona, sembra un’aggiunta postuma che non dice
niente di più a quanto già espresso dalla serie.
Il terzo episodio, “Prigionieri
di Anthony” è quello di Joe Dante e qui
si che si ragione. Una donna accompagna a casa un bambino che è stato coinvolto
in un incidente, entrerà a far parte del gioco di un mostro dai poteri enormi.
Questo episodio è senza dubbio il migliore dell’intero progetto; la storia è
la più aderente con lo spirito di un Rod Serling se
avesse continuato a lavorare fino agli anni ’80. Ma ciò che vince è la
realizzazione. C’è poco da fare, Dante rimane l’unico a saper gestire
perfettamente un horror per ragazzi, un incubo in cui ci si diverte anche. La
continua commistione fra cartoni animati e realtà rubata a quel mondo è
perfetta in ogni momento, gli effetti speciali (animatronix) sono di livello
incredibile. Infine tutte le componenti del racconto, l’ironia, l’inquietante,
il cartoonistico e il film per regazzini, sono miscelate in maniera perfetta.
Un film da recuperare anche da solo.
L’ultimo episodio, “Terrore a
alta quota”, quello di Miller, è ormai un punto di riferimento pop. È la storia
del gremlin che distrugge l’ala dell’aereo durante un volo. Il film è
assolutamente ben riuscito, anche questo abbastanza in linea con l'atmosfera di base
di “Twilight zone” , solo resa in maniera più horror, con una tensione
duratura, una realizzazione impeccabile (ancora una volta gli effetti speciali
anni ’80 che vincono alla grande) e una regia all'altezza del compito. Un altro
ottimo episodio.
A fare da incipit è un episodio
diretto anch'esso da John Landis che introduce bene, calandosi lentamente nel
clima, mentre cita apertamente la serie originale.
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