Visto in tv.
La Fontaine è una donnicciola
d’altri tempi (per il 2012, ma quello era il ’41) che si innamora dello
sfrontato tombeur Grant. Pare che pure lui ne sia attratto e decidono di
sposarsi. A cose fatte la donna si rende conto di diverse menzogne che il
marito le propina, si accorge della cronica fame di denaro e comincia a
sospettare che lui stia tramando qualcosa alle sue spalle… forse vuole
addirittura ucciderla.
Uno dei primi di Hitchcock che
sembra avere gli stessi presupposti di “L’ombra del dubbio” (un uomo perfetto
che sembra lasciar trapelare alcune ombre, una ragazza innamorata che diviene
vittima, il romanzo giallo come presenza fisica), ma ne disattende diversi
punti cruciali.
Il film appare divertente in
buona parte e repentinamente si trasforma in un thriller tout court che
potrebbe anche funzionare; però l’intera
trama sembra essere affetta da una fretta cronica che fa fare dei balzi di
sceneggiatura troppo repentini, e pertanto, poco credibili, anche il finale
soffre dello stesso problema. Il difetto nella trama non toglie gusto al film,
ma lo declassa a visione adatta alla domenica pomeriggio su rete quattro.
Qualche tocco di stile di Hitchcock c’è, dalla famosissima scena espressionista
del latte “illuminato”, alla macchina da presa che gira intorno ai protagonisti
che si baciano; personalmente però, ritengo che non bastino a sollevare il valore
complessivo.
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