venerdì 4 settembre 2015

Le parapluies de Cherbourg - Jacques Demy (1964)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.

Storia d'amore e disamore classica; lei si innamora di lui e lui di lei, vorrebbero sposarsi; ma sono ragazzi e la madre di lei no vorrebbe. Poi lui deve partire militare, si promettono amore eterno, lei si scopre incinta, ma le lettere fra i due si diradano e lei si guarda in giro (non senza sofferenza).
Si ecco, la storia è piuttosto stucchevole... più cinematografico di così è difficile.

Non un musical in senso stretto, ma un film cantato. La struttura è quella di un film normale e non ci sono scene musicali, ma tutti i dialoghi sono cantati, recitati normalmente, ma cantati.

Realizzato con colori accesi e pastello come (e oltre) in un film di Tim Burton (questo è il classico ambiente borghese che il buon Tim ha cercato spesso di smascherare); la macchina da presa però ci sguazza, continuando a mantenersi in movimento come fosse uno squalo con una passione per i carrelli, specie se circolari.

Quello che viene fuori non è un'esperimento vero e proprio, ma solo un diverstissement; un gioco che alla lunga annoia (i dialoghi cantati rallentano il film, la mancanza di canzoni vere rende impossibile trovare un motivo trascinante o orecchiabile). Un film carino (molto bello per il comparto estetico in realtà; basta solo l'incipit per capirlo), vincitore di un esagerato Grand Prix a Cannes.

2 commenti:

Christian ha detto...

Per me è bello, ma il vero capolavoro è il successivo "Les demoiselles de Rochefort" (da ignorare assolutamente la versione italiana, tagliuzzata e rinominata "Josephine")!

Lakehurst ha detto...

Les demoiselles non lo conoscevo. Mo lo cerco. grazie