(The informer)
Visto in Dvx.
Anni '20 Irlanda del Nord, un membro dell'IRA ricercato dalla polizia inglese torna a casa dalla propria famiglia per vederli, ma prima passa a incontrare l'unico suo amico fidato. Quello che purtroppo non sa è che i problemi economici (e l'alcolismo) possono trasformare una persona. L'amico lo tradisce in cambio della taglia. Da quel momento inizia una caccia all'uomo all'interno della comunità irlandese per scoprire il traditore.
Ford stupisce tutti (e con me c'è riuscito in pieno) cambiando genere in maniera assoluta, spostandosi dagli assolati deserti americani, alla cupa, nebbiosa e noiresca Irlanda. In realtà questo è un cambiamento che può colpire solo chi si immagina Ford con il luogo comune del regista di western, e non ricordando l'enorme quantità di film di generi diversi.
Detto ciò il film che ne viene fuori è, a livello di immagini, potente. Ombre e nebbie che delineano tutti gli esterni, l'uso delle luci, appunto noiresco, per una storia torbida dove l'accerchiamento psicologico del protagonista (che solo noi sappiamo essere colpevole) braccato fa il paio con la fuga finale.
Non vorrei esagerare con dietrologie, ma nella struttura base della storia ho trovato una simmetria perfetta con "M", un colpevole sconosciuto, una società segreta che indaga indipendentemente dalla polizia, la cattura, il giudizio da parte di un tribunale underground, la fuga e l'inseguimento.
Vabbé, senza addentrarsi troppo in speculazioni, direi che è un noir esteticamente ben fatto, ma dalla storia molto più dinamica e psicologica rispetto al solito e un finale evangelico. Il vero limite, per me, è stato il ritmo piuttosto basso che tende a distrarre più che a interessare... a dirla tutta a limitare l'interesse potrebbe essere stato un doppiaggio imbarazzante... peccato perché il film è davvero ben gestito e condotto.
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