mercoledì 13 aprile 2016

La famiglia - Ettore Scola (1987)

(Id.)

Visto in Dvx.

La vita di un uomo dalla nascita nei primi anni del 900 al suo 80esimo compleanno, vista tramite gli episodi della sua vita svoltisi dentro il suo appartamento nel quartiere Prati di Roma. I rapporti con i parenti, gli studi, il fascismo, il matrimonio, l'amore vero per un'altra donna (la cognata), la professione, i figli, ecc...

Questo è un film di uno Scola che torna a sperimentare e la cosa fa estremo piacere. Purtroppo, come spesso accade, sperimentare può portare anche a risultati mediocri; e purtroppo questo è il caso.

Il film si dipana su nove decenni di storia patria, ma tutti ambientati dentro la stessa casa; le sezioni sono introdotte da una carrellata del corridoio d'ingresso che da la cifra alla regia, fluida, ma calma e un lavoro di interni che mantengono assonanze comuni pur cambiando con le mode del periodo.
Anche se il lavoro maggiormente interessante è quello sugli attori. Dovendo mostrare personaggi che vanno dagli 0 agli 80 anni deve, per forza, cambiare spesso attori, nel farlo però non sia accontenta di alcune chicche (su tutte sostituire Massimo Dapporto con il padre, mantenendo però la voce del primo ridoppiando il secondo), ma sostituisce gli attori anche all'interno della stessa sequenza, in alcuni casi, credo, per sottolineare che il personaggio è lo stesso nonostante gli attori abbiano più o meno la stessa età (è il caso dell'introduzione della Ardant), in altri casi senza un motivo apparente se non la bellezza del concetto in sé (la Sandrelli nello specchio). Utile lo scambia fra Occhipinti e Gassman (attori di età e aspetto piuttosto diversi), ma che proprio in funzione della poca affinità fra i due stride in maniera incredibile (pure la cadenza è diversa).

Se, dunque, la messa in scena è interessante, anche se un po' sgualcita, il problema è tutto all'origine.
Voelva essere (e poteva essere) un film sulla storia del paese come "Novecento", ma rimane troppo chiuso in sé stesso (e, letteralmente, chiuso in casa); poteva essere una saga familiare vera e proprio, ma non riesce ad andare oltre al film a episodi disgiunti. Quello che rimane è un film amaro sul passare del tempo come grande livellatore, con l'età che smussa gli angoli dei sentimenti di ogni tipo e con il cerchio della vita che prosegue stancamente.
Di fatto è solo un film che gira in tondo dicendo poco, ma lo fa benissimo.

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