lunedì 6 febbraio 2017

Antiviral - Brandon Cronenberg (2012)

(Id.)

Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato.

In un recente futuro alcune ditte offrono la possibilità di inocularsi virus o batteri estratti dalle celebrità preferite. in una guerra di mercato e con l'ansia di guadagnare (e o emergere) il protagonista (dipendente di punta della ditta principale) si inietta le malattie per rivenderle al mercato nero. Un giorno si inietterà qualcosa che non avrebbe dovuto, la cui origine e il cui esito sono ignoti.

Alcune volte mi sono chiesto che cosa succederà quando Cronenberg non ci sarà più; essendo un regista di nicchia estrema, chi potrebbe prenderne il posto? Con questo film mi sono reso conto che qualcuno c'è e, banalmente, è un altro Cronenberg.
Al suo primo (e finora unico) film, Brandon, crea un film completamente in linea con le opere perturbanti del primo periodo di David, aggiornandone il linguaggio, i temi ed il tono. Sembra proprio voler rendere contemporanee le ossessioni del padre.
L'aberrazione mentale che diventa aberrazione fisica; la smania per le celebrity che invoglia i fan a possederne anche il lato peggiore; la mania del biologico e dell'artificiale fusi (anche a livello estetico come nel giardino di cellule delle celebrità).
Inoltre si somma la stessa ricerca dell'immagine disturbante, ma azzimata, i campioni di virus che vengono mostrati come volti deformati, le continue e insistite inquadrature di aghi che trafiggono bocca o braccia, la donna intrappolata nello schermo televisivo come fossimo in "Videodrome", oltre che alcuni dei più classici innesti da body horror anni '80.

A livello estetico il film è freddo e asettico come i primi film del padre, un lindore perturbante pervade ogni scena; viene aggiornata la fotografia con i colori desaturati e un'immagine realistica, gli ambienti minimal, che sono in linea con la sci-fi indi contemporanea e trasporta un "Videodrome" negli anni '10.

Al di là della soddisfazione di vedere un film alla David Cronenberg classico, non diretto da lui e attualizzato il film offre anche qualche aggancio di interesse totalmente personale riuscendo a rendere perversi anche concetti astratti come l'immortalità o a renderne quotidiani altri come il cannibalismo; il tutto senza andare sopra le righe, il tutto senza colpo ferire.

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