mercoledì 22 febbraio 2017

Il castello di Dragonwyck - Joseph Mankiewicz (1946)

(Dragonwyck)

Visto in Dvx.

Un ricco nobile offre ospitalità e finanziamento degli studi alla cugina spiantata. Il suo piano però non si limita a un puro gesto di generosità; desideroso di avere una discendenza vorrebbe eliminare la moglie (probabilmente sterile) e sposare la giovane cugina. Il piano gli riesce, ma la discendenza continuerà ad avere problemi e il malcapitato sarà vittima di pura follia.

Questo è il classico film goticheggiante con nobiltà e segreti in famiglia con un marito arcigno quanto Boyer in "Angoscia" e una struttura che ricorda "Rebecca" o "Dietro la porta chiusa" (quest'utlimo, a dire la verità, di poco successivo ala film di Mankiewicz); purtroppo a inserirsi in un genere così ben rappresentato (numericamente e qualitativamente) nello stesso periodo dei colleghi più capaci bisogna proprio esserne all'altezza e, per quanto Mankiewicz non manchi di eleganza, non raggiunge minimamente gli obiettivi prefissi.
La scelta dei protagonisti è estremamente azzeccata, la Tierney trasuda innocenza come respira, mentre Price riuscirebbe a dare ambiguità all'elenco del telefono. L'impianto della storia è piuttosto scontato, ma perde veramente nella seconda parte in cui si fa raffazzonato e poco incisivo. Il gotico è un'idea che viene paventata in molte occasioni, ma programmaticamente il film sembra volergli girare intorno senza toccarlo mai.
Quello che ne viene fuori è un film con tutti i presupposti, ma totalmente senza grip.

Mankiewicz comunque non è l'ultimo dei cretini e pur non riuscendo a dare ritmo o interesse a una storia un pò scialba, beh, fa il suo; qualche costruzione di scene su più piani, alcuni carrelli ben utilizzati, diverse inquadrature dal basso; niente che salvi l'opera, ma almeno tiene accesa l'attenzione.

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