Visto in dvx, in lingua originale con sottotitoli in inglese.
Uno dei film che più spezzano una lancia in favore dei vari bunga bunga nonostante la differenza d’età. Se è vero che la Hepburn non è minorenne, è comunque vero che Cooper potrebbe essere il suo sdentato nonnino, più che il suo focoso amante.
Comunque sia… la hepburn è la figlia di un investigatore privato (Chevalier), e per mettere una pezza sugli esiti di un’indagine del padre conosce (e salva la vita) a quel tombeur de femmes d’ospizio di Cooper. Com’è come non è, va a finire che lei se ne innamora pesantemente, mentre lei per lui non è che una delle tante. Per rendersi più interessante, lei finge una vita sentimentale piuttosto vispa e cerca di farlo ingelosire, ma quando finalmente anche lui sembra essersi innamorato si scopre la verità… Chevalier comprende e decide di non interferire, cerca solo di far capire a Cooper che non è il caso di giocare con una ragazza innamorata… di comune accordo gli amanti decidono di lasciarsi, ma ovviamente alla stazione dei treni si assisterà all’inevitabile happy ending.
Divertentissima commedia di Wilder del suo periodo d’oro (che va praticamente dagli anni 40 ai 60), che sa dosare con sapienza i sentimenti con l’ironia in un film sostanzialmente impeccabile. Tutti gli attori sono nella loro parte hollywoodiana classica, i comprimari sono sempre all’altezza della situazione (come sempre nei film di Wilder, si veda ad esempio il bravissimo McGiver nella parte del marito tradito) e lo spettatore non può che rimanere entusiasta dai duemila “tocchi alla Lubitsch” di cui il film è pieno, dalla stupenda scena del carrello del vino lanciato da Cooper all’orchestra, alla scena del treno finale, passando per tutti i momenti della vicina di camera col cane o delle situazioni in cui l’orchestra zingara compare in scena
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