giovedì 18 novembre 2010

Ndoto za Elibidi - Nick Reding, Kamau Wa Ndung'u (2010)

(Id.)

Visto al Festival di Cinema Africano (fuori concorso); in lingua originale.

Opera premiata dalla delegazione del Festival di Cinema Africano allo ZIFF (Zanzibar International Film Festival) e che pertanto lo presenta in Italia nella speranza che trovi una distribuzione (non per essere pessimista, ma faccio una previsione… non troverà nessun distributore interessato)

Il film è una sorta di pubblicità progresso sull’uso del preservativo e d’educazione sessuale e sulle malattie sessualmente trasmissibili (HIV)… il che non è positivo… ma non lo si capisce subito…

Il film parte con l’arrivo di un gruppo teatrale (teatro di strada) in una baraccopoli, e mostra lo show degli stessi (il protagonista dello è quell’Elibidi del titolo, a proposito, il titolo significa “Il sogno di Elibidi”); il protagonisti racconta la sua prima volta a Nairobi con il fratello, l’incontro con una ragazza ed il matrimonio… e fin qui le cose vanno da dio. Fotografia di qualità, recitazione stupenda, ed un’idea grandiosa, la commistione tra lo show teatrale mostrato come tale (con costumi di seconda mano, senza alcun oggetto di scena, e con l’unica scenografia rappresentata dalla baraccopoli e dal pubblico sghignazzante) e l’equivalente mostrato come film tout court. Idea ottima realizzata davvero bene, con le azioni iniziate sul palco che si concludono nel luogo reale (Nairobi) e viceversa… va detto che lo spettacolo teatrale è all’origine del film ed è uno show itinerante per il Kenya a scopo educativo realmente esistente.

Poi arrivano le storie delle 4 figlie del protagonista e per un po il film regge; finchè non diventa pesantemente educativo e didascalico; il rapporto tra realtà/finzione, tra teatro/film si annacqua e si perde; e soprattutto quando avviene lo shift verso la tragedia. Per carità tutto ha il suo scopo, e questo è prima di tutto un film educativo, però l’altra carta vincente del film è la leggerezza con cui viene trattato il tema, la levità nel mostrare i rapporti dei personaggi con lo spauracchi dell’HIV, con la scena dello stupro questo effetto viene perso integralmente… ci mette un po a ritornare sul seminato, ma nel finale il film torna quello che era all’inizio…

Che dire, nel complesso è un ottimo film-progresso, ma se solo avessero voluto osare un poco di più e si fossero impegnati nel rendere meno schematica la storia avrebbero potuto realizzare un grande film.

PS: come detto il cast è eccezionale, credibilissimo, spontaneo e bravo in ogni situazione; e i complimenti sono d’obbligo dato che il cast non è fatto da professionisti, ma preso dalla baraccopoli (con qualche show itinerante sulle spalle come gavetta)

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