(Tirez sur le pianiste)
Visto in DVD.
Dopo I 400 colpi Truffaut voleva cambiare completamente genere e si prodigò nella realizzazione di un noir… che poi tanto lontano dai 400 colpi non è, dato che è un film introspettivo fatto di agnizioni personali e famiglie disfunzionali… ma tant’è.
Il film racconta di Aznavour pianista di successo che per una disgrazia accaduta per colpa sua si cambia nome e si nasconde suonando il pianoforte in un localino di cui diventa la piccola attrazione. Tutto va per il meglio finché non arriva il fratello inseguito da due ladri con cui aveva fatto un colpo e a cui non vuol dare la loro parte. Il pover’uomo verrà trascinato verso il fondo con il parentado e a farne le spesa sarà pure la nuova sua nuova fiamma con cui proprio in quel momento intreccerà una storia d’amore.
Film lento ed anempatico che sproloqui sui massimi sistemi senza motivo e fa accadere le situazioni come se dietro non ci fosse nessuno che decide cosa ci sarà nella scena successiva. Il protagonista è inquietantemente grigio e distacca lo spettatore dal film in maniera impensabile. In una sola frase direi che è la quint’essenza del luogo comune discriminativo del cinema francese.
Alcune sequenze rimangono comunque degne di nota (è pur sempre Truffaut) come la scena in cui il protagonista ci prova con la ragazza, tutta una serie di decisioni e ripensamenti che risultano poi in un nulla di fatto; bella anche la battuta sul fatto che “al cinema, più di così, non ti fanno vedere”…
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