mercoledì 6 gennaio 2016

Cognome e nome: Lacombe Lucien - Louis Malle (1974)

(Lacombe Lucien)

Visto in DVD.

Un ragazzo, durante l'occupazione tedesca in Francia, chiede di entrare a far parte dei partigiani, ma viene respinto. Capita a una festa di collaborazionisti e SS francesi dove fa il nome del capo partigiano, senza odio, senza intenzioni malevole, semplicemente gli viene chiesto e lui risponde. Inizia così a lavorare per la polizia tedesca; il lavoro gli piace, non per un'ideale, ma per la superiorità che può esercitare, l'aura superomistica della faccenda, i colleghi simpatici. Poi si innamora , fatalità di un ebrea, ma anche lei non è esattamente canonica, odia l'essere ebrea perché il razzismo di cui è vittima vorrebbe che cessasse subito, per questo non ha problemi a mischiarsi con la polizia tedesca.

Esteticamente siamo dalle parti di "Arrivederci ragazzi" (anzi, quel film è dalle parti di questo visto che verrà realizzato dopo un decennio); formalmente perfetto, tono gelido e distaccato come se a Malle gliene fregasse relativamente, una fotografia decisamente meglio curata (molto belle le scene in esterni) e una musica decisamente migliore, attori anempatici, qualche movimento di macchina interessante.

Quello che vince però è il modo in cui Malle ama gestire la seconda guerra mondiale, così come in "Arrivederci ragazzi"la storia impattava sulle piccole vite dei personaggi, anche qui la storia incrocia per caso un adolescente, scemo, ingenuo e voglioso di essere qualcuno, onestamente senza ideali, ma con molta voglia di fare. La storia lo incrocia, e per caso si trova dal lato sbagliato, ma troppo stupido per non ringalluzzirsi dal potere che può ostentare o per rendersi conto dei problemi che causa; ovviamente questo non lo giustifica, ma da una lettura molto innovativa dei "cattivi" dei classici film della seconda guerra mondiale, dove tedeschi e collaborazionisti sono semplicemente stronzi. Bella anche l'ambigua figura della ragazza ebrea che si innamora del protagonista per le possibilità di fuga che le offre dal suo ebraismo.
Un film non avvincente (il ritmo è troppo, troppo rilassata), ma molto intelligente.

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