mercoledì 11 gennaio 2017

Alba rossa - John Milius (1984)

(Red dawn)

Visto in Dvx.

L'URSS finalmente si decide a invadre gli USA. Lo fa con una manovra a sorpresa, interagendo con i cubani, sfruttando molta strategie e nessuna arma nucleare. Un gruppo di regazzini di una scuola superiore del profondo ovest ripara sulla montagne, vive alla giornata e decide di organizzare una resistenza strutturata. Questo è tutto il film.

Si, questo è un film fascista, o almeno un film guerrafondaio. Ma John Milius (che almeno guerrafondaio lo è) non si lascia etichettare buono buono.
Questo è un film dove degli adolescenti sparano e uccidono, dove nelle prime scene si mostra un ragazzo con un buco in fronte e dove le armi preferite sono fucili, pistole e coltelli, niente missili lanciati da chilomtri pigiando un bottone. Questo è un film patriottico, dove gli states vengono invasi, ma il popolo si organizza a costo di morire e di gravi privazioni, ma resiste.
Eppure non è tutto li. I comunisti invasori non sono solo animali cattivi senza volontà; c'è un capo cubano cavalleresco che da la caccia alla resistenza pur sentendosi a loro vicini (visto che anche lui ne fece parte); ci sono soldati russi che si chiedono il motivo di attentati anche contro persone sostanzialmente inermi e ci si chiede anche se non valga la pena andarsene visto l'odio della popolazione. E poi Milius è uno a cui i nativi americani son sempre stati simpatici; e cosa c'è di più ironico che non mettere gli statunitensi nei panni degli indiani? (i ragazzi bevono il sangue di un cervo ucciso, dei soldati russi discutono del massacro indiano avvenuto in quelle zone ecc...) e vista in quest'ottica, la voglia di sopravvivenza, la sete di vendetta cieca, tutte queste cose brutte, siamo sicuri di non comprenderle? (non voglio dire che saremmo addirittura disposti ad accettarle eh, non sia mai?).
Infine, (e questo Milius non so se possa averlo percepito, ma non mi stupirebbe) in una nazione, come l'Italia, dove la retorica della resistenza come un gruppo di cavalieri senza macchia che cvompivano anche azioni efferate, ma per un bene superiore, qui da noi, le azioni di quei ragazzi, non sono comprensibili e giustificabili? (se fossero gli italiani contro i nazi-fascisti, lo considereremmo duro, ma buono) L'unica cosa che cambia è che per una volta nella resistenza ci sono gli arroganti americani e questo infastidisce.

Di fatto un film su commissione che entra perfettamente nelle corde di Milius, in cui il regista ci sguazza a piene mani. Quello che ne vien fuori è un solidissimo film di guerra con molte scene d'azione (quasi tutte ben realizzate, tutte piuttosto verosimili), sentimentalismo (anche se l'empatia nelle scene drammatica latita troppo), agnizioni, e patriottismo a piene mani; un film che nella lunga mitopoiesi americani regala l'ultima figura che mancava, quella già citata della resistenza. Per farlo mette delle armi da fuoco in mano a degli adolescenti inaugurando il PG13!
Va inoltre fatto un'applauso alla concisione. Milius vuole parlare di resistenza, non gliene frega niente dei preamboli; quindi l'incipit sono una manciata di cartelli che spiegano lo stato (e quindi le motivazioni) dell'URSS, poi un minuto di lezione su Gengis Kahn, quindi una bellissima pioggia di apracadutisti sovietici, l'ammazzamento di un professore, una mitragliata contro la scuola, l'inquadratura dei morti, la fuga. Un incipit essenziale e perfetto che da il taglio a tutto il film, due minuti di chiacchere e poi gi con l’azione.

Ovviamente un film inadatto a chi non apprezza il genere, per gli altri ci sono solo alcuni momenti di stanca dove Milius vorrebbe creare quel sentimentalismo con le parole anziché farlo con le azioni (parte dove invece vince a piene mani).

Infine un appunto; a mio avviso il film rende un altro servizio. Di fatto i protagonisti hanno la stessa età di molti soldati della prima guerra mondiale, solo che se guardo (o leggo) "Niente di nuovo sulfronte occidentale" non riesco a capirne l’impatto generazionale e non ne vengo del tutto coinvolto, qui invece il gioco di coinvolgere riesce, Milius ce la fa ad attualizzare un'idea che oramai risulta stantia se mostrata sempre nelle stesso modo.




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