venerdì 13 gennaio 2017

Alcool - Augusto Tretti (1980)

(Id.)

Visto qui.

Un ragazzo veneto, padre di famiglia, è un'alcolista misconosciuto da una società che gli al pari. Tutti bevono in ogni contesto sociale, l'ubriachezza è tollerata, il vino un cibo, un medicinale e mezzo di socialità e viene utilizzato da tutti, bambini compresi. Il giovane, rendendosi conto del problema cercherà di porvi rimedio, ma il contesto sociale lavorerà contro di lui fino alle estreme conseguenze.

L'outsider totale da ogni classificazione, Tretti, venne contattato dalla provincia di Milano per fare un film a scopo sociale sull'alcolismo. Inutile dire che l'effetto finale è una lunga e laboriosa pubblicità progresso; più estrema di un film a tesi, più petulante e con una trama a sequenze distinte che mostrano la diffusione e la tolleranza nei confronti dell'alcol.

Il lavoro di Tretti però non cade nel vuoto. Ambienta la vicenda nel suo Veneto, e costruisce una galleria di personaggi di provincia grotteschi e senza speranza che sembrano creati da un Fellini con le coliche renali. L'effetto straniante (dovuto anche dagli attori, tutti non professionisti) sarebbe anche utile e calzante in un film migliore.
Ottime le sequenze della casalinga (un piccolo gioiello di montaggio che rende interessante eventi di una banalità sconcertante) o la realizzazione del delirium tremens nel finale.

Peccato per la gabbia imposta dal committenti che affossa un film potenzialmente interessante e certamente coraggioso (in anni in cui l'alcolismo endemico della zona era anche più misconosciuto di oggi).

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