venerdì 9 novembre 2018

The lobster - Yorgos Lanthimos (2015)

(Id.)

Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato in inglese.

Un futuro uguale al mondo attuale, ma in cui la solitudine non è accettata; i single vengono portati in un albergo dove hanno 45 giorni di tempo per trovare un partner, in caso contrario verranno trasformati in animali. Un uomo fugge dall'hotel e si unisce a un gruppo di ribelli in cui i rapporti di coppia sono vietati; ovviamente sarà proprio lì che si innamorerà.

Come sempre in Lanthimos una metafora semplice e chiara viene utilizzata come idea base per la creazione di un intero universo; articolato, stratificato e dettagliato al massimo. Come sempre in Lanthimos i colori desaturati e la recitazione scarna sono cifre stilistiche (ma che differenza se a recitare ci metti qualcuno capace di farlo, Farrell e la Weisz trasmetto tutto con un labbro vagamente mosso o un'espressione imbronciata).
Come sempre il mondo gelido che viene creato vive del grottesco che ne sta alla base, mai aperta ironia, ma sempre uno stridor di denti che può essere divertito se si ha abbastanza cinismo.
Come sempre è il mood a fare il film e non la storia.
Ma al contrario del molto elogiato "Kynodontas", qui il metaforone non rimane congelato in sé stesso e, con la parabola di Farrell diventa storia, la narrazione diventa fondamentale e non ci si trova davanti a un affresco senza scopo; anzi è la narrazione stessa che permette all'affresco di acquisire profondità e senso.
Ad ora (tra quelli che ho visto), il film più bello di Lanthimos che, comincia con molta calma, a non rimanere chiuso nella torre d'avorio della spocchia autoriale, riuscendo a trasformare la sua metafora ombelicale in una allegoria potente e distruttiva (l'amore come obbligo, negazione od ossessione; la solitudine come problematica sociale inaccettabile).

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