(The masque of the red death)
Visto in Dvx.
Film serio e che si prende sul serio che si ispira al racconto di Poe per parlare di crudeltà... però non riesce, proprio non ci riesce a fare il salto di qualità.
Il problema principale è che il film è troppo maledettamente anni '60, con quella estetica, quell'idea di messa in scena medievale, quei colori shocking che riuscirebbero a togliere tensione anche alla scena finale di "The others" e che, in sostanza, rendono tutto un pò più ridicolo, un pò più brutto, un pò più opinabile di quanto non sia.
Poi c'è la storia... beh presenta una bella carrellata di crudeltà, su cui spiccano quelle di Price, ma certo lui non è l'unico, ma ancora meglio è l'abitudine all'idiozia e alla crudeltà che colpisce, quanto tutti gli altri personaggi siano assuefatti alla cosa, a essere trattati come animali e a vedere trattare gli altri peggio; e proprio in questo starebbe la vera forza del film. Ma anche qui le idee sono disperse in un affastellamento continuo di scene patetiche che sviliscono qualsiasi cosa.
Poi non c'è un attore che recita...e la cosa la posso sopportare senza problemi, ma che pure Vincent Price si metta a fare le faccette francamente è troppo!
Ma su tutti i problemi di questo film ne spicca uno... che è quello definitivo nell'affossare un'opera di Corman... la noia. Tutta quela demonologia spicciola che fa tanto arredamento gotico e non sostanza per spaventare alla fine stanca, disturba, annoia. Senza possibilità di salvezza. Solo noia.
Lodevole solo il finale che, se fosse stato fatto con più grazia, sarebbe potuto essere stupendo, con scene che vanno da "Il giorno della locusta" a "Il settimo sigillo". Peccato.... molto molto peccato.
PS: da sottolineare come in questa disfatta abbiano partecipato, nella sceneggiatura Beaumont, e nella fotografia Roeg... come dire, se proprio le cose vanno fatte male, almeno non farle da solo...
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