(Id.)
Visto al cinema.
Il film è stato fortemente voluto dall'amico di sempre Morgan Freeman, che quindi deve aver rotto esageratamente le balle al povero Eastwood che pur di farlo stare zitto gliel'ha fatto sto film...
Ovviamente è un biopic su Mandela che si concentra soprattutto sul mondo del rugby come mezzo di coesione sociale...
Un film manieristico al massimo, buonista e convenzionale oltre ogni dire, a tal punto senza originalità o qualsivoglia sgurz che fa ripensare seriamente la propria opinione su Mandela...
Le scene migliori sono ovviamente quelle sul rugby, ma neppure li ci si entusiasma.
C'è poi da dire che questo è un film sul mito (genere di film contrapposto a quelli della decadenza o crepuscolare) e che per tanto mostra solo la luce e lascia a terra le ombre, come la finale vinta dal Sud Africa con qualche aiuto arbitrale o i conflitti famigliari di Mandela che sono accennati, ma comunque lasciati abbondantemente sullo sfondo.
Freeman non so come reciti; di solito mi piace, ci sono affezionato è un pò il nonno di colore che non ho mai avuto, però in questo film non sono riuscito a staccare gli occhi dalla sua mano destra, gonfia e lucida e praticamente immobile per tutto il film; il momento più tragico avviene quando impugna una pala per scavare... e li deve usare due mani... sono seriamente preoccupato per Morgan...
PS: la questione sudafricana post apartheid è così poco toccata (seppure ci sono alcune scene madri, giusto per far vedere che questo è un film impegnato) che risulta decisamente migliore, e forse meno irritante, il più misero "Nothing but the truth"; il che è tutto dire.
Nessun commento:
Posta un commento