(The little foxes)
Visto in VHS.
Il film mostra la storia di 3 fratelli (2 fratelli e una sorella, la Davis) e delle loro fame di denaro, delle loro macchinazione per guadagnarne ancora e della presa di coscienza da parte della figlia della Davis di cosa sia in realtà la sua famiglia.
Questo è un film sulla meschinità e la sete di potere, la trama gira completamente attorno al denaro senza staccarvisi un attimo, rendendo la meschinità ancora più becera e i personaggi ancora più piccoli. Si insomma un buon soggetto, scenegiato in maniera troppo verbosa forse (in diversi punti i personaggi spiegano troppo, rendendo palese che stanno parlando ad un pubblico) ma l'ottima recitazione di tutto il cast rende credibile ogni frase.
La Davis domina su tutti, con un personaggio finalmente cattivo e creando il suo standard recitativo, con scatti d'irritazione, sguardi perfidi, labbra strette ed un espressione sempre compresa tra l'isterico ed il represso; stupendo quando la Davis lascia morire il marito, semplicemente smette di parlare (ed è uno dei pochi momenti) e si siede in poltrona...
Alla fotografia Toland fa un lavoro egregio, non ai livelli di "Quarto potere", ma decisamente fa la differenza, con il solito sperimentalismo nella profondità di campo, che permette a Wyler di costruire le scene su più piani realizzando inquadrature oggettivamente magnifiche.
Il titolo si riferisce ad un passo della bibbia più volte citato nel film in cui si invita a cacciare le piccole volpi che distruggono le vigne...
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