Visto in Dvx in lingua originale sottotitolato in inglese.
Una bambina di un quartiere periferico
viene rapita, la famiglia dopo un putiferio mediatico decide di affidarsi ad un
giovane (anzi giovanile) investigatore privato che ha fama di buone capacità
essendo nato e cresciuto in quello stesso, difficile, quartiere. Le indagini
porteranno a scoprire diversi risvolti della vita della madre della bambina che
la indicheranno più come colpevole involontaria che non vittima. Verso la metà
del film il caso viene risolto, ma non finisce come si vorrebbe… a quel punto la
storia riparte da zero, il caso ha portato crisi e ha lasciato ferite, ma
presto l’investigatore si accorge che non tutto torna.
Thriller tutt’altro che banale che
regala almeno due film distinti racchiusi in uno. Alla sua prima regia Ben Affleck (che ha il buon gusto e la buona idea di non esserne il protagonista)
regala un film stereotipato (l’investigatore che viene dal basso che risolve il
caso, il capo di polizia buono, i popolani rozzi e stupidi, ecc…) che
all'improvviso si stravolge per diventare altro; ma in entrambi i momenti,
senza virtuosismi inutili, il film punta sulla solidità della regia, sullo
squallore dei luoghi e delle persone, ma soprattutto punta tutto sui corpi
degli attori. Se i protagonisti sono i soliti fighi americani, tutti i comprimari
sono attentamente scelti per assomigliare ai veri volti e ai veri corpi che
possono vivere in un quartiere degradato, un lavoro di casting fatto sui
difetti, sui baffi e sulle movenze goffe che sarebbe degno di Friedkin.
Tutto sommato quindi Affleck confezione
un thriller originale, un tantino esagerato nel finale vero, ma solido dall'inizio
alla fine, con una serie di scelte estetiche azzeccate. Non vuole strafare,
vuole solo fare un buon lavoro e ci riesce.
PS: buono il cast nel complesso, ma
immenso Ed Harris.
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