venerdì 15 febbraio 2019

Vacancy - Nimród Antal (2007)

(Id.)

Visto in Dvx.
Una coppia prende la consueta deviazione dalla strada principale durante un viaggio notturno, finiranno in un motel isolato in cui si renderanno presto conto che sarebbe stato meglio non avvicinarsi.

Un film horror di poche pretese che si rivela essere non solo un ottimo horror, ma anche un ottimo film.
Partendo da una trama canonica, senza troppa inventiva, ma comunque efficace, Antal tira fuori un horror onestissimo che crea tensione anche a una seconda visione (la mia in questo caso) giocandosi tutto su un uso degli spazi perfetto e tutto fuorché banale. Il film usa la claustrofobia degli ambienti consueti, di quelli più particolari (i tunnel) fino ad arrivare a creare claustrofobia con gli ambienti esterni (grazie a un buio denso come una parete) riuscendo a trasformare ogni scena in un labirinto senza speranze. Nella realizzazione di questo mood collabora in maniera decisiva una fotografia magnifica che sfrutta i colori densi (o più spenti dell'interno della camera di motel) per definire gli spazi e le luci che illuminano sempre pochissimo per quel senso di claustrofobia costante.
Scene pulitissime e un utilizzo di ogni elemento per creare tensione (il sonoro, l'intermittenza delle luci, l'arrivo della cavalleria) dovrebbero essere d'esempio per chiunque si accinga a fare un horror, anche a bassissimo costo.

Infine, il film, riesce nell'impresa di introdurre uno sviluppo dei personaggi che si muove con le scene di tensione e non a discapito loro; i rapporti sono piuttosto scontati, ma il loro crescere e la chiusura finale riescono ad essere efficaci senza compromettere nulla.

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