(The lady Eve)
Visto in Dvx.
Una ragazza fa la truffatrice professionista sulle navi da crociera con l'aiuto del padre. Durante un di questi viaggi incontra il figlio di un magnate della birra che è un vacuo scienziato con scarso senso della realtà, torna dopo aver passato un anno nella foresta dell'Amazzonia a studiare serpenti. Inutile dire che proveranno a truffarlo, ma lei si innamorerà. Le cose, però si fanno più complicate quando lui scoprirà chi sono e lascerà la ragazza che vorrà vendicarsi; tornata negli USA si fingerà un'altra persona (identica alla truffatrice) e lo farà innamorare di nuovo.
Commedia romantica uscita in tutto e per tutto dagli anni '30, con iperboli poco credibili (il doppio innamoramento ovviamente), ma utili alla storia e inserite in un contesto con cui risultano, se non credibili, almeno tollerabili. La sceneggiatura, anzi sembra essere più compatta rispetto a molti film simili di qualche anno precedente.
La coppia centrale del film è perfettamente in parte con una Stanwyck abbonata a parti del genere che illumina lo schermo con il suo sorriso e un Fonda che fa una versione edulcorata degli ingenui picchiatelli di Grant assomigliando agli impacciati personaggi di Stewart.
I veri punti di forza di questo film però sono altri.
La trama, anche se evidentemente prevedibile, si affida a più twist cercando la via più inusuale per arrivare alla solita conclusione e, nel farlo, si butta molto sul lato sensuale della vicenda piuttosto che su quello più schiettamente romantico (la prima seduzione in cabina con i protagonisti abbracciati, il famoso finale che si conclude con i due che fuggono nella loro stanza e la macchina da presa che attende al di fuori). Questa sensualità molto forte in alcune scene e la decisione della Stanwyck di odiare chi ha amato hanno spesso paragonato il suo personaggio alla femme fatale dei noir, ma in chiave comica.
Il tono è sempre solare, il ritmo non altissimo, ma costante; ma il vero pregio (il secondo) sono le trovate comiche. Un mix di sceneggiatura e capacità di regia (vogliamo citarlo, finalmente, il povero Sturges? qui paragonato, un poco esagerando, a Lubitsch) che riesce a costruire scene perfette (basti pensare la partita a carte in cui il padre imbroglia per vincere contro Fonda, mentre la figlia imbroglia per fermare il padre).
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