(The bigamist)
Visto in VHS, registrato dalla tv (grazie Ghezzi) A mio avviso (per quel poco che la conosco e per quanto ho letto) Lupino non spicca per lo stile della regia, ma per i temi trattati. Dopo aver visto questo film posso dire che splende anche per il modo in cui li tratta.
Com’è facile evincere dal titolo originale questo film parla di un bigamo, un uomo che si è creato una seconda famiglia, con tanto di figlio all’insaputa della prima quanto della seconda moglie; il suo gioco crollerà quando la prima moglie vorrà a tutti i costi adottare un bambino…
I presupposti non sono molto eppure il film convince, io credo per l’assoluta onestà. La vera forza del film è di non essere moralista; pur trattando un tema piuttosto delicato per l’America anni 50 riesce a non parteggiare spudoratamente, ne contro O’Brien, marito fedifrago, ne a suo favore, il che sarebbe stato molto moderno ma non corretto. Il film semplicemente spiega come sia accaduto, dei sentimenti in gioco, del destino e dei nodi che non si possono sciogliere neppure volendolo per davvero. O’Brien rimane invischiato in questo gioco e trascina con se tutti, e tutti affrontano le conseguenze, forse in maniera troppo benevola certo, ma a quel finale Ida Lupino ci arriva per gradi, alla fine convince. E se c’è una scena da ricordare è proprio in quel finale, al processo, con il viso del protagonista che mostra la colpevolezza, un giudice comprensivo ma pur sempre della parte della legge, e le due donne…
Forse la regia non si farà ricordare, ma il film decisamente si.
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