lunedì 26 ottobre 2009

Giorni perduti - Billy Wilder (1945)

(The lost weekend)

Visto in DVD Il primo film serio sull’alcoolismo di Hollywood è anche il più spietato sul’argomento. Non fa sconti, non concede nulla, il protagonista per la bottiglia sacrifica tutto e fa ogni cosa, ruba e, anche se solo moralmente (in fondo erano gli anni 50), si prostituisce e con una prostituta. Neanche l’happy ending finale, che a mio avviso lo è solo fino ad un certo punto riesce a scalfire questo film solidissimo. Gli attori sono adatti, Ray Milland è giusto, un filino troppo esagerato in certe scene, ma complessivamente regge bene il compito del protagonista… e poi c’è Wilder a dirigere...
La regia è sempre contesa fra l’autoriale e l’invisibilità, mobile il giusto, niente svolazzi alla Welles, ma zoom estremi. Più che muoversi la camera si avvicina di continuo al protagonista, le scene sono pensate al dettaglio anche quando non si direbbe… duemila gli esempi da portare perché duemila sono i dettagli che Wilder ha pensato, dall’inquadratura iniziale, a quella nel negozio di liquori, dalla camera che si tuffa nel bicchiere a quella che esce dall’occhio del protagonista, al sistema per contare il numero di whiskey al bar, e che dire della scena in cui Milland cerca la bottiglia nascosta, e mentre se lo chiede ad alta voce in secondo piano risalta il lampadario dove lo spettatore sa essere il nascondiglio.
Questo film entra di diritto in quel periodo d’oro di Wilder in cui semplicemente ha sfornato solo capolavori, o quasi.

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