Visto al cinema.
Un’anziana Margaret Thatcher, ormai affetta da una demenza che le fa apparire il marito morto da anni, in un paio di giorni (e un paio di notti di delirium) ripercorre la sua vita, politica e personale.Di fatto non è un vero biopic. La Thatcher è solo un McGuffin per parlare della memoria, dei ricordi filtrati attraverso la demenza e dell’anzianità. Di fatto il film si concentra sulle turbolente notti di una donna ormai vecchia, ne descrive la lotta per sembrare normale, le difficoltà a ricordare il nome della badante e la facilità nel ricordare ciò che successe 60 anni prima; ed è proprio in quest’ottica che si attacca la scusa della biografia. Una donna anziana inciampa in continui ricordi di un passato perduto e da un dettaglio vengono fuori un fiume di fatti, più o meno connessi, più o meno ripetuti, che saltano gli eventi salienti a livello storico per sottolineare ciò che è stato realmente importante per chi li ha vissuti. Le Falkland sono ridotte alle scelte difficili che ha dovuto fare, la sua carriera politica ricorda qualche evento nazionale e molti scontri emotivi, la questione irlandese è accennata e Bobby Sands non è neppure nominato; perché il punto di vista è un altro, non è la storia, ma il racconto disordinato di una vita, fatto da chi quella vita l’ha vissuta e ora comincia a perderne dei pezzi a causa della malattia. In quest’ottica questo è un grande film.
A livello puramente agiografico poi, il film omette parecchio, e ciò che mostra lo fa vedere solo superficialmente; ma di fatto non prende posizione. Come nel migliore dei film il protagonista non è né buono né cattivo e la storia non ne sottolinea solo i pregi o i difetti. La trama però mostra una persona estremamente determinata, che proprio in virtù della sua testardaggine riesce a raggiungere i propri obbiettivi, per poi essere schiacciata da se stessa (e già una parabola del genere mi conquista). Inoltre c’è pura un sottotesto sulla carriera politica della Thatcher, in cui ogni sua scelta sembra poi avere una conclusione (felice o pessima che sia) solo in virtù del caso; dalla guerra al boom economico, tutto sembra succedere per botte di culo (o di sfiga) e che la Thatcher, in definitiva, abbia solo giovato del momento storico, in cui si inserisce perfettamente la sua personalità decisa.
Infine il film complessivo presenta diverse idee vincenti, dai colori dell’abito che cambiano con l’acuirsi dell’acredine della protagonista; alle incursioni della Thatcher anziana all’interno dei proprio ricordi; alle discussioni, dolci e divertenti insieme, con l’allucinazione del marito morto. Ma molte sono anche le occasioni sprecate, dalle lunghe sequenze biografiche che avrebbero potuto essere molto più mischiate con l’idea principale del racconto dell’anziana malata; al continuo concentrarsi sui dettagli della regia, che però durano troppo poco per poter essere notati; alla ripetitività e alla pretestuosità di molte scene.
Complessivamente non è un capolavoro, ma una intelligente via di mezzo tra un biopic canonico e “I’m not there”. Ci si astenga dal vederlo se quello che si vuole è conoscere la vita di Margaret Thatcher.
PS: veramente inutile dire quanto è brava Meryl Streep.
Questo si può riassumere come un film anni ’50 fatto negli anni ’60.
Tre ragazzotti americani (lui, il suo migliore amico e la ragazza di lui… ovviamente questi ultimi due si odiano) vanno sulle piste da sci a divertirsi come non ci fosse un domani… quando scopriranno che il domani potrebbe none esserci realmente cominciano a dare di matto… no, seriamente, questo è il film che mi è sempre venuto in mente quelle 5 volte che ho preso una seggiovia, la domanda è semplice “Buon Dio! E se la seggiovia si fermasse qui che farei?!” poi mi rispondo sempre che aspetto i soccorsi e comunque su una seggiovia alta tre metri su una pista blu al massimo mi spezzo un’unghia. Ai tre ragazzo va peggio, è notte e nessuno sa che sono ancora li sopra e tutti spengono le luci, ci si rivede il prossimo weekend. Ovviamente arriveranno al panico e alle conseguenze più gore possibili.
Che film strepitoso.
Ai vertici dell’

Come ho avuto modo di dire poco tempo fa, ci fu un tempo in cui al cinema facevano film per ragazzi senza considerarli dei decerebrati. Facevano film con adolescentelli per protagonisti che si comportavano come adolescentelli, senza sembrae degli adulti più bassi della media, o dei bambini superintelligenti, semplicemente dei ragazzi. Ecco il signor
Tre geologi sono mandati in mezzo alla siberia più inesplorata alla ricerca di diamanti. Certamente se mandi tre uomini ed una donna nelle terre desolate è ovvio che lei amerà uno, ma un altro l’amerà di più… poi dopo indicibili sofferenze troveranno i diamanti, ma un incendio brucerà tutta la tundra che si possa immaginare, saranno costretti a fuggire, abbandonare la zona conosciuta, la radio si romperà e rimarrano soli in mezzo alla neve e al fuoco…
Nel 1927 un attore del cinema muto ha il suo momento di gloria. Incontra e lancia una giovane attrice, la quale si invaghisce di lui e gli rimarrà legata. Gli anni passano, arriva il sonoro, l’attore non riesce ad accettarlo, produce a sue spese un costosissimo film… ovviamente muto. Sarà un fiasco, verrà abbandonato e dimenticato, tranne che dalla ragazza da lui scoperta che nel frattempo raggiungerà l’apice della sua carriera. Quando le cose sembreranno ormai ridotte all’osso arriverà il geniale momento del rilancio.
Un avvocato divorzista stressato dal lavoro e dalle donne vuol rifugiarsi nel mondo selvaggio dei canadesi, lontano da città, caos, donne e rapporti umani più complessi di uno sbadiglio. Andrà a casa di un canadese tipo… ma li troverà la neo moglie dell’uomo, una ragazza bella e un poco ninfomane, che è appena giunta da Minneapolis, scegliendo l’isolamente perché il neo marito è diverso dagli uomini di città. Ci metterà un secondo netto a flirtare con l’avvocato e a rimpiangere la vita di città. I due fuggiranno, ma la ragazza flirta come se respirasse e le cose si complicheranno.
Tragedia del west, una donna si trova il padre ucciso da un ladro. Fugge verso la città per chiedere aiuto, lungo la strada trova un uomo privo di sensi per l’arsura, lo aiuta, se ne innamora… almeno finché non scopre che proprio lui è l’assassino del padre…
I film sono stati inventati da
Questo è un film che ho praticamente guardato di spalle (stavo facendo altro)… in ogni caso ne parlo perché il finale (che ho guardato bene!) mi ha davvero colpito.
Film muto, nonostante l’anno di uscita, presentato nel '32 alla
Un uomo vuole rimorchiare delle donne e ritiene che il segreto sia possedere un’auto, non importa quale-come-dove, basta avere un’auto. Da qui parte un film che tocca ogni genere cinematografico senza soluzione di continuità finendo con un uomo-mosca gigante che va a mangiare una mega cacca…
Frank Costello (Jef nella versione originale), solitario killer, uccide, su commissione, il padrone di un night. Si trova così ad essere braccato da ogni parte. La polizia, in particolare l'ispettore non crede al suo alibi, meticolosamente preparato, e cerca in ogni modo di intrappolarlo. I mandanti dell'omicidio, temendo che le indagini possano arrivare sino a loro, lo vogliono eliminare. Sarà lui l'arbitro del proprio destino.
Una coppia di criminali ben organizzati, ma alle prima armi, rapiscono una giovane ereditiera per estorcer denaro al padre. Il piano è congegnato nei dettagli, ma in definitiva sfugge loro il fattore umano e le cose non andranno come previsto.
La storia di tre amici (