(Faust - Eine deutsche Volkssage)
Visto in VHS.
Conosco poco di Murnau, e quel poco è pura altalenante, "Nosferatu" non mi aveva colpito, mentre "Aurora" mi aveva proprio entusiasmanto. Con il Faust torno ad essere entusiasta.
Murnau crea un film elegantissimo e visivamente ricco, con una costruzione delle inquadrature da fare impallidire (si veda, ad esempio, la splendida sequenza iniziale con il dialogo fra Satana e l'arcangelo), un tripudio di effetti speciali (d'epoca) ed un uso delle ombre che diventano presto la forma di linguaggio più importante del film, le ombre qui mostrano o nascondono, scompaiono o o scavano i volti ( si veda ad esempio tutta la parte iniziale da quando il diavolo porta la peste in città); più avanti quando comparirà il personaggio di Gretchen allora saranno i fasci di luce a veicolare i messaggi allo spettatore, ed infatti è proprio in questa parte il calo più importante del film, che diviene decisamente più consueto banale.
E pensare che il personaggio di gretchen avrebbe dovuto essere interpretato da Lillian Gish, peccato.
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