sabato 18 settembre 2010

Atto di forza - Paul Verhoeven (1990)

(Total recall)

Visto in VHS, registrato dalla tv.

Dato che non c'ho molta voglia di riassumere crtl-alt-cancio il riassunto di mymovies.it: nel 2084 d.C., desideroso di compiere un viaggio su Marte, l'operaio edile Doug Quaid si rivolge all'agenzia Recall che vende viaggi e avventure di turismo virtuale, ma scopre di essere già stato su quel pianeta come Hauser, agente segreto al servizio dello spietato dittatore locale, e si unisce al movimento popolare di rivolta.
Sceneggiatura tratta dal solito Philip K. Dick (ma possibile che il futuro immaginato negli ultimi 30 anni sia tutto stato pensato da una sola persona?) che viene svilita da alcune sequenze d'azione veramente imbarazzanti e oggigiorno improponibili e da un'estetica anni '80 del futuro terrestre...
Tutto il discorso sull'identità (la doppia identità così diversa del protagonista e il dover ammettere che lui è l'altro) e sulla percezione di se, discorso molto complesso e mai del tutto trattato al cinema è lasciato assolutamente in disparte. Viene trattata meglio la questione del rapporto realtà/memoria/sogno, non molto originale forse, ma quantomeno Verhoeven, gli da lo sazietto minimo che merita e si concede il lusso di non risolvere mai la questione (bravo!).
tuttavia questo è un film con molteplici motivi di interesse (ok, io sono abbastanza indulgente perchè il ricordo del trailer visto da bambino ancora mi perseguita, con la testa parlante della tizia pelata e l'impronta della mano con 4 dita...):

1) Ci sono 3, e dico ben 3, calci nelle palle a Schwarzenegger dati dall'allora in forze Sharon Stone (mamma quant'è cambiata!).

2) C'è un accenno di catfight, interessante per lo più per motivi antropologici in quanto mi sembra un buon esempio di quest'antica pratica in versione anni '80 (niente fango, niente bikini, niente tirate di capelli, ma pseudo-kung fu).

3) 3 tette. No, non ho detto 2, ho detto 3 tette, e tutte su un'unica donna.

4) Beh, poi ci sono gli effetti speciali (premiati con l'oscar), che sono in puro stile anni '80, ma sono la quintessenza nel loro genere ( no dico, i pupazzi del Johnnycab sono perfetti, e la la finta testa di Schwarzenegger? no, tanto per dire, e poi non ho citato la mano mutante del tassista...); e le scenografia all'altezza di un kolossal.

5) L'estetica anni '80 risulta perfetta per descrivere il mondo proletario e ghettizzato di marte.

6) Ah già! dimenticavo, c'è pure una prostitua nana in versione sexy, sexy e letale.

Si insomma, per appassionati del genere, genere Schwarzenegger...

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