(The thief)
Visto in DVD.
Un ricercatore nell'ambito nucleare vende segreti di stato ad una qualche forza straniera attraverso un ben collaudato sistema di scambi tra persone. Però ci sono i rimorsi che cominciano a premere... poi l'ingranaggio perfetto s'incrina quando uno degli intermediari viene investito da un'auto.
Dopo qualche minuto in cui il film va avanti senza che venga pornunciata una sola parola mi son detto, "Se a rriva a dieci minuti di silenzio applaudo per lo sforzo". Dopo 13 minuti mi sono detto "Che figata se arriva a 15 minuti netti senza dialoghi". Al 18esimo minuto invece "Se arriva a 20 minuti comincerò il post parlando di questo incipit storico". Dopo mezzora ci si chiede solo se il film avrà la forza di arrivare alla fine senza fiatare e si rimane in fremente attesa, più per le sorti dei dialoghi che per quelle di Milland.
C'è da dire che il film riesce a dare tensione spontaneamente, e che Milland di suo da una buona interpretazione, solo talvolta sopra le righe. Ma quello che più colpisce è quanto riesca ad essere chiaro e comprensibile pur senza mai dire nulla e utilizzando solo 2 "cartelli". Il silenzio imposto poi non risulta fastidioso e quasi sempre innaturale come ne "L'isola nuda", qui, quasi quasi ci sta tutto (aumenta il senso di isolamento a cui il protagonista è costretto a causa del suo doppio gioco) e risulta pure credibile (comunicano attraverso squilli del telefono e biglietti, mai attraverso parole).
Un film che certamente colpisce, realizzato secondo tutti i crismi di un noir versione spionistica.
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