(Id.)
Visto al cinema.
Siamo dalle parti di "Lost in translation", con lunghi silenzi, rapporti umani espressi da piccoli gesti, umanità al limite condannati alla solitudine, non luoghi come luoghi in cui ritrovarsi e una vena leggera con battute surreali e lievi... Però questo non è "Lost in translation", non c'è la vena creativa e la recitazione corpoprea di Bill Murray, non ci sono l'isolamento obbligato dalla situazione geografica, ma con tanta voglia d'uscirne anche perchè sei al centro del mondo; o forse semplicemente non c'è una sceneggiatura decente.
Il rapporto padre e figlia lieve e leggero, come unica via di fuga da un'esistenza vuota è un buon tema, certamente nelle corde della Coppola, ma stavolta fallisce su tutta la linea.
I vuoti d'aria nella vita del protagonista sono troppi e troppo noiosi per interessare, e il rapporto con la figlia è carino, ma mal rappresentato, quei piccoli gesti dei film precedenti sono qausi del tutto assenti ed in definitiva il film non riesce ad arrivare da nessuna parte, a mala pena ci prova. Gira su se stesso in loop fino al finale (simbolico come l'inizio, ma assolutamente insignificante)
Un vero peccato ed una grande delusione; forse il peggior film della Coppola, e immotivatamente premiato da Tarantino...
Nessun commento:
Posta un commento