(The woman in the window)
Visto in DVD.
Un tranquillo professore universitario incontra per caso la donna dei sogni (una donna ritratta in un quadro che lo ha molto colpito), e cocì, nonostante sia sposato, si lascia tentare e la segue a casa sua a vedere dei disegni; il loro rapporto è assolutamente onesto e solare e scevro da ogni pulsione sessuale... peccato che l'amante di lei arrivi in quel mentre, li sorprenda assieme e si avventi contro l'uomo. L'amante rimarrà ucciso per pura fatalità. Si disferanno del corpo, ma la polizia (e un ricattatore) staranno alle costole.
Questo film, ma soprattutto i primi minut con la lazione universitaria e il dilogo al club, è il manifesto dell'ideale di Lang sul confine sottilissimo fra innocenza e colpa, del potenziale assassino insito in ogni uomo, anche il più mite e dell'idea di destino. Tutto il film è un gioco, una corsa a ostacoli fra il tentare di non essere scoperti e la soddisfazione di farla franca; situazione in cui la fortuna (o la sfortuna) la fanno da padrone (e i questo ricorda abbastanza la deriva inglese di Woody Allen).
Robinson è nella sua parte classica (almeno nei film di Lang), ma seppure bravo stavolta non entusiasma.
Il film alla fin fine è buono, in costante mutamento dei rapporti di forza, in costante evoluzione e lo pseudo finale amarissimo, in cui l'uomo comune si rende conto di essere stato preso da forze troppo grandi per lui e decide attivamente di soccombere, è decisamente buono... peccato che poi a Lang gli venga un conato di buonismo e faccia finire il film in maniera banale (forse non per l'epoca però) e patetica. La scena in cui il finale cambia è però notevole, con un cambio di scena senza stacchi realizzato con un primissimo piano di Robison, un cambio di luce che illumina la stanza e il cambio dei vestiti dell'attore realizzati per l'occasione in maniera tale che potessero essere tolti senza che lui si muovesse dalla poltrona.
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