martedì 9 febbraio 2010

A single man - Tom Ford (2009)

(Id.)

Visto al cinema.

Colin Firth è un professore gay degli anni '60 a cui muore il partner dopo 16 di vita in comune... innegabile che magari abbia una crisi di nervi e un pò di depressione; il punto è che non può mostrare nulla, nell'America di quegli anni non può avere, ma neppure cercare, comprensione o sfogo, deve solo fingere che tutto vada come al solito, mentre intanto si prepara in maniera molto lucida al suicidio (il film mostra il suo ultimo giorno). La trama è una tragedia pirandelliana sotto ogni punto di vista... beh tranna sull'accettazione della maschera... stupendo.
Poi Tom Ford dimostra che con un senso estetico adeguato e una conoscienza base di cinema si può tirare fuori qualcosa di grandioso. E allora via con inquadrature sempre perfette, costruite in maniera geometrica; montaggio adeguato al senso che vuole trasmettere, talvolta frenetico, talvolta più lento; una fotografia curatissima; un uso dei costumi e degli interni studiato, perfetto e asettico; ma soprattutto un uso del colore praicamente espressionista, desaturato normalmente che esplode in colori brillanti ogni volta che Firth ha un contatto umano di qualsiasi tipo, reale, immaginario o nella sua memoria (ma questa non è una regola, alcuni ricordi sono in bianco e nero). Ford dimostra di saperci fare, di riuscire a essere originila senza per questo perdere in compattezza.
Ovviamente Firth è controllatissimo e perfetto come deve essere il suo personaggio; anche quando da di matto...be,h non da mai di matto.

Oddio, il film non ha solo pregi.
Intanto quel finale li... troppo facilmente positivo (possibile che si debba sempre tornare alla vita?!), ma anche troppo negativo (sarà che non sono più giovane come una volta ma quei finali a tradimento, pur apprezzandoli, non riesco a sopportarli). E poi il film trasmette molto poco, molto meno di quanto potrebbe fare; le possibilità sono due, o tutta la perfezione formale di Ford rende il film troppo algido e distaccato, tanto che il dramma personale di un uomo rimane tale senza riuscire a coinvolgere (e questo sarebbe un male), oppure semplicemente il film non vuole trasmettere questo, non vuole usare bassi sentimentalismi per interessare alla storia e preferisce uno sguardo asciutto sulla questione (il che non sarebbe negativo a priori, anzi anche apprezzabile, però sarebbe senza dubbio limitato.).

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