lunedì 8 febbraio 2010

Fino all'ultimo respiro - Jean-Luc Godard (1960)

(À bout de souffle)

Visto in DVD, in lingua originale sottotitolato.

Il film manifesto della Nouvelle Vague, mi spiace dirlo, ma mi sembra un pò una vaccata.
E' la storia di un idiota infantile (Belmondo) che si innamora di un'americana, cerca di sedurla, lei un po ci sta e un po no, poi alla fine ci sta, lei scopre che lui ha ucciso un poliziotto, ma ci sta lo stesso e lo aiuta a nascondersi, poi si stufa e lo denuncia...
La sceneggiatura è forse la cosa peggiore del film. L'impostazione generale della trama non sarebbe neppure male, ma per lo più tende ad essere inutile, ripetitiva e noioso; c'è una scena di almeno mezzora di chiacchericcio tra le lenzuole peggiore di quello che riuscirebbero a fare in una telenovela sudamericana. I dialoghi sono degni di un ritardato e tutta la vicenda va avanti a, metaforici, calci nel culo; un passo alla volta, molto lentamente, e sempre dolorosamente per chi guarda.
Gli interpreti non mi paiono particolarmente brillanti, e Belmondo proprio non m'è piaciuto in questo film, mi sorprende di leggerne così bene in giro (credo sia stato Mereghetti a definirlo "un Belmondo in stato di grazia").
Poi beh, il montaggio, per lo più all'inizio, sembra fatto con un'accetta.
Godard però dimostra di essere all'altezza delle aspettative, si vede che proprio vuol fare come gli americani, e confeziona una regia tutto sommato valente, con panoramiche a più di 360 che inquadrano lunghi piani sequenza; segue o anticipa gli attori con la camera a mano; utilizza le maschere del cinema muto (in un'occasione anche con un motivo valido); cerca inquadrature non convenzionali ecc... Decisamente di livello superiore.
In definitiva: senza nulla togliere all'importanza storica del film (anche "Il cantante di jazz" ne ha, però è legale dire che è brutto), è proprio un'opera prima con tutti i difetti del caso, una realizzazione grossolana e una scenegiatura impresentabile; Godard si mostra per quello che è, un grande regista, e per farlo ammorba lo spettatore per un'ora e mezza...
Un film che, credo, piace a critici e cinefili (snob) più perchè deve piacere che per altro.

PS: c'è una scena di Belmondo in bagno che fa una mossa di karate che mi fa ancora tenerezza per l'ingenuità molto anni '80; il mai abbastanza compianto maestro Miyagi si ricvolta ancora nella tomba da allora, anche se è morto solo da pochi anni.

2 commenti:

Seconda serata ha detto...

Cavolo, mi fai desistere dal vederlo!!!

Lakehurst ha detto...
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