(The lodger: a story of the London fog)
Visto in VHS.
Terzo film del neofito Hitchcock, e c'è da dire che dovrebbe essere pure il primo film su un serial killer. L'attenzione però non spostata su questo, quanto sui dubbi circa l'innocenza del pensionante del titolo. Esattamente come ne "L'ombra del dubbio" il regista gioca con le convinzione di personaggi e spettatori lasciando credere che lui sia colpevole ma lasciando anche che lui si il personaggio migliore, il più simpatico. Oggigiorno nessuno ci crede più di mezzo secondo che sia lui, però all'epoca doveva essere efficace. Tutto il film lascia i delitti e le indagini in secondo piano preferendo invece mostrare i rapporti tra il pensionante e i padroni di casa, nonchè della di loro figliola (immancabile la storia d'amore) e del mutarsi dei sentimenti a mano a mano che i dubbi fioriscono.
Da ricordare lo splendido l'inquadratura dal basso del protagonista mentre cammina, e molto bella anche la sequenza del linciaggio (ma si può essere più stupidi con delle manette addosso?!).
C'è anche la sua brava critica sociale sul popolo bue plasmato dalla stampa, ma questo rimane in secondo piano rispetto ad un film così moderno (pure il protagonista recita dignitosamente senza troppe esagerazioni da cinema muto).
Bravo Hitchcock; me lo sento, il ragazzo ha un futuro.
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