Il film inizia bene; inizia con la descrizione della vita normale di un'adolescente. Non è per nulla sincero, decisamente policamente corretto, completamente in antitesi con "Creature del cielo"; ma bello. Girato con la grande conoscienza del cinema che ha Jackson, con il suo gusto speciale per la fotografia ben curata e per l'uso mai banale della macchina da presa... poi il film comincia a parlare del maniaco, della morte della ragazza e della reazione della famiglia... ancora Jackson ci da dentro, con punti di vista particolari, talora impossibili ma molto evocativi (i dettagli millimetrici delle mani del maniaco che gira le pagine o della sorella della protagonista che chiude il nascondiglio); un paio di scene vengona realizzate pure con tutti i crismi, eppure... eppure la si butta sul new age andante, tutta la parte dell'aldilà sa di già visto e di usurato, ma quel che è peggio tutta la storia sfugge. Tutti i personaggi si svaccano. Tutti hanno una psicologia, delle caratteristiche ben delineate, tutti, dalla famiglia della protagonista, al ragazzo che scrive poesie, alla tipa che vede i fantasmi; tutti avrebbero qualcosa da dire, eppure nessuno fa nulla. Tutti sembrano comportarsi a caso, niente viene spiegato e il film si trascina nel finale che dovrebbe essere rivelatore (gli amabili resti non sono quelli della vittima ma i legami fra le persone che si sono creati grazie a lei e che rimangono nonostante la sua dipartita) e invece mostra quello che il film avrebbe voluto essere ma non c'è riuscito.
Due i peccati mortali del film; uno aver sprecato il personaggi di Susan Sarandon, soprattutto perchè è lei ad interpretarlo; due aver sprecato Stanley Tucci, ancora una volta perfetto, ancora una volta irriconosibile.
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