sabato 30 gennaio 2010

Tabù, Gohatto - Nagisa Oshima (1999)

(Gohatto)

Visto in VHS.

In una milizia samurai entra un novizio piuttosto efebico e, a quanto pare affascinante; attorno a lui cominceranno a gravitare le attenzioni di tutti.
Il film è un tripudui di perfezione formale assoluto, niente manierismi ne esagerazioni per la regia di Oshima, mentre la fotografia rende magnifica ogni inquadratura.
La storia parte benissimo mostrando una sorta di Affinità elettive in cui l'aggiunta di un elemento nuovo scatena involontarie passioni e turbamenti in chiunque, senza possibilità di sfuggirvi (si veda l'ufficiale che deve accompagnare il novizio al bordello) e anche senza che ve ne sia la consapevolezza (si veda il personaggio dello stesso Kitano che si chiede se non ha un occhio diverso quando guarda la recluta) e tutto questo ovviamente avrà delle conseguenze, anche grosse. Il tema non è trattato in senso scandalistico, l'omosessualità non era considerata negativamente, purchè non creasse scompiglio, ma è proprio mostrato come l'introduzione di un dettaglio possa scombinare completamente le carte in tavole.
Nella parte finale poi il film si infittisce di significati, con il sommarsi di delitti e la ricerca di un colpevole che verrà svelato, ma che a sua volta nasconde altro, ancora una volta i sentimenti, le relazioni che si ritenevano esistere all'inizio del film sono esistite davvero? e chi si manteneva in disparte era davvero immune? chi ha agito in favore o contro di chi?
Il film si chiude con una immagine esteticamente splendida ma assolutamente ambigua. Magnifico.

PS: c'è bisogno di dire che c'è un grande Kitano?

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