domenica 7 marzo 2010

I maghi del terrore - Roger Corman (1963)

(The raven)

Visto in DVD.

Quest'oggi, l'Acadamy, consegnerà l'Oscar alla carriera a Roger Corman... un gesto dovuto, ma stupefacente. Non conosco i motivi ufficiale per giustificare il premio, ma presumo riguardino la sua attività di produttore dei primi film di una selva di registi geniali come Scorsese, Coppola o Demme; e certamente questo è un motivo oltremodo sufficiente.
Ma è particolarmente importante questo Oscar perchè consegna il massimo tributo americano al regista che è il signore della serie B almeno fino agli anni '70. Ma non serie B intesa come mancanza di mezzi, di idee e di capacità, ma solo come mancanza di mezzi. Un regista abile, acuto nello scegliere i suoi attori feticcio, facce adatte per le storie raccontate, appasionato cultore del genere horror/fantascientifico/surreale...ma cronicamente senza soldi.
I suoi sono film realizzati rapidamente con pochi materiali e ambienti raffazzonati, ma che presentano (spesso, ovviamente non sempre) idee ottime, ben realizzate che hanno ispirato tutto il cinema di genere venuto dopo, e in parte hanno contaminato il cinema tout court.
Per omaggiare il premio mi sono andato a ripescare "I maghi del terrore" e nelle prossime settimane cercherò di recuperare altre opere.

Se dico Corman, Poe, Price, Karloff, Lorre, Matheson e Nicholson tutti assieme cosa viene fuori? Neanche una pallida idea di quello che c'è in questo film.
Film che deriva direttamente da Poe (come dice il titolo originale), e prende le mosse proprio dal suo corvo, con una scena iniziale che ne recita i versi; ma immediatamente il film vira verso la farse, rivelandosi come una presa in giro del genere horror gotico americano inventato da Corman stesso. Si, insomma, il regista si prende in giro da solo.
E il film prosegue con qualche calo, con scenette apertamente divertenti, con una carrellata di personaggi e situazioni tipiche e con un duello finale ironico e magnifico che mostra tutta l'abilità del regista nel gestire gli effetti speciali.
Mereghetti sostiene che si siano divertiti più loro farlo che il pubblico a guardarlo, e per come tutti risultano in parte è una cosa possibile, ma a guadagnarci è comunque il pubblico.

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